RIZZOLI : SANITA’ A RISCHIO s.o.s DEL CANDIDATO A SINDACO DI FORIO D’ISCHIA SINDACO DI FORIO VITO IACONO

La situazione della sanità sulla nostra Isola è vergognosamente insostenibile. Con buona pace di chi rivendica chissà quali meriti o di chi si gira dall’altra parte.
Gli operatori sono costretti a turnazioni assurde ed assistiamo ad un progressivo impoverimento del sistema con la chiusura di ambulatori e la impossibilità di erogare servizi minimi di assistenza.
Adesso basta!
C’è bisogno di interventi urgenti e straordinari, come chiedo da anni, a maggior ragione con gli ultimi accadimenti che rendono la nostra Isola più fragile ed insicura.
Di seguito una nota inviata a mezzo pec ai Presidenti De Luca e Meloni ed al Ministro Schillaci:
Da: VITO IACONO [mailto:vito.iacono@pec.it]
Inviato: martedì 25 aprile 2023 22.56
A: ‘seg.presidente@regione.campania.it’ <seg.presidente@regione.campania.it>
Cc: ‘spm@postacert.sanita.it’ <spm@postacert.sanita.it>; ‘presidente@pec.governo.it’ <presidente@pec.governo.it>
Oggetto: SERVIZI SANITARI ISOLA D’ISCHIA – RICHIESTA INTERVENTI URGENTI
Priorità: Alta
Ecc.mi Onorevoli,
la presente per segnalare la insostenibile situazione della sanità sull’isola d’Ischia. Nonostante i recenti disastri che hanno colpito la nostra Comunità e che hanno messo a dura prova la nostra gente, la situazione dell’Ospedale “Angelo Rizzoli” è assurda. La insopportabile carenza di personale rende impossibile il regolare funzionamento della struttura e dei singoli reparti costringendo il poco personale disponibile a turnazioni disumane. Per non parlare della progressiva chiusura di ambulatori e servizi, con liste di attesa insopportabili che mettono costantemente a rischio la sopravvivenza di pazienti e ledono in maniera evidente il diritto alla salute ed alla vita dei nostri concittadini.
E questo vale per tutte le aree comprese quelle che si svolgono all’esterno del nosocomio, a cominciare dalla oncologia passando per l’assistenza ai nostri giovani disabili ed anziani ai quali troppo spesso viene negata la possibilità di accedere in tempi celeri alle attività riabilitative prevaricandone anche la possibilità di limitare gli esiti delle stesse patologie.
È necessario un intervento urgentissimo, anche normativo, che nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria, anche in deroga ai tetti di spesa, favorisca la possibilità di una copernicana riorganizzazione della sanità sulla nostra Isola ed il riconoscimento di ruoli ed incentivi per gli operatori sanitari, e le necessarie garanzie di adeguata assistenza ai nostri cittadini.
Confidando in un pronto, urgente e positivo riscontro, auspico altresì che le SS.LL. quanto prima prendano coscienza e conoscenza diretta di quanto esposto.
Distinti saluti vito iacono
Vito Iacono – 3485805685
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Evento del Torrione :modelli navali in mostra sabato 1 aprile ore 19.La mostra si protrae fino a domenica 16

Luigi Castaldi

Una mostra in sinergia con il Museo del Mare di Ischia. Fin dalle origini della presenza umana sul nostro pianeta la nave è stato un mezzo di locomozione versatile e adatto a solcare le vie del mare. Si stima, infatti, che il suo utilizzo sia iniziato circa seimila anni fa. La tecnica della costruzione navale si sviluppò già agli albori della civiltà e i primi rudimentali scafi furono il tronco, la zattera, fino ai primi esempi di quelle che poi sarebbero diventate navi adatte per affrontare i marosi più insidiosi.

Già nell’antico Egitto i trasporti sul Nilo, agevole via di comunicazione, erano frequenti e si adoperavano navi inizialmente mosse da remi e poi a vela. Le prime imbarcazioni destinate alla navigazione fluviale erano ricavate da piante di papiro. Successivamente gli stessi egizi e poi fenici, greci, romani e cartaginesi, cominciarono a utilizzare il legno, più solido e resistente.

Man mano le comunicazioni sono diventate più frequenti e l’utilizzo di tecniche sempre più raffinate e congeniali ai tempi per rendere più ergonomici i vari tipi d’imbarcazioni, hanno reso i trasporti sempre più semplici ed efficienti. Alla base di ogni costruzione navale c’è sempre un progetto che utilizza molto spesso un modello da replicare in scala o almeno un grafico con le dimensioni da rispettare poi nella realizzazione dello scafo navigante.

A testimoniare l’operosità umana riguardo la conservazione di questi archetipi di vario genere esistono in Europa ben 166 Musei Navali. L’Italia, pur essendo quarta in questa speciale classifica, ne annovera ben 15, compreso il glorioso Museo del Mare di Ischia Ponte. Proprio con l’Ente custode tra l’altro dalla Polena, simbolica scultura realizzata dall’artista Raffaele Di Meglio, (Monnalisa), l’associazione culturale Radici, affidataria del Museo Civico “Giovanni Maltese” presso il Torrione di Forio, ha instaurato una collaborazione espositiva e divulgativa per mostrare al vasto pubblico di ospiti e isolani, molti modelli navali realizzati artigianalmente da tanti artisti e appassionati locali.

Il progetto sinergico tra le due associazioni prevede una nutrita partecipazione di artisti provenienti da Ischia Ponte all’evento del Torrione “Modellismo che passione!”, e sarà consolidato, durante i prossimi mesi, da vari eventi programmati al Museo del Mare. Il menù delle attività stilato dall’associazione Radici, oltre la mostra di modellismo che verrà inaugurata sabato primo aprile 2023 alle ore 19.00 e resterà aperta fino domenica 16 aprile dalle 17.30 alle 20.30, comprende un vasto programma di eventi che sarà illustrato in prossimità delle date prefisse.

La cerimonia d’inaugurazione sarà arricchita dagli interventi d’illustri personaggi isolani tra i quali il Mº Raffaele De Maio, l’Ingegnere navale Admeto Verde, e l’artigiano del mare Luciano Di Meglio, che illustreranno la storia del modellismo, la funzione sociale e di memoria storica, di guida e sprone per le giovani leve e le differenze tra i lavori eseguiti artigianalmente e quelli derivanti da assemblaggi preconfezionati. Con gli auguri più fervidi a tutta la popolazione isolana e ai moltissimi ospiti che ci onoreranno della gradita presenza affinché la Santa Pasqua, che ricade proprio nel periodo espositivo, sia foriera di pace e serenità di animo, l’associazione culturale Radici, continuando il cammino iniziato nel 2014 grazie alle grandi doti del Capitano Giuseppe Magaldi, invita tutti a visitare l’esposizione dei modelli e condividerne l’esperienza. Altre notizie alla pagina: https://www.iltorrioneforio.it/it/eventi/modellismo-che-passione

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Lettera aperta dell’Ambasciata della Federazione Russa al direttore del CORRIEREdellaSERA

Signor direttore,
abbiamo letto con stupore e un po’ di disgusto l’articolo “Così Putin minaccia tutti noi” di Danilo Taino sul Suo giornale del 25 marzo 2023. Dal momento che ha ritenuto ammissibile concedere spazio sulle pagine del Suo quotidiano a questa pasquinata diffamatoria e oltretutto richiamarne il titolo in prima pagina, stimiamo che la posizione dell’autore sia condivisa dal comitato di redazione di uno dei giornali più influenti d’Italia.
Riteniamo che non sia per noi dignitoso discutere con l’autore di questa “opera”, intrisa di un odio non celato per la Russia contemporanea e il suo popolo.
Vorremmo richiamare l’attenzione della redazione del Suo giornale su quanto segue. Voi, forse, avete il dubbio primato tra gli altri media italiani nel sostenere la tesi blasfema del popolo della Russia contemporanea come “nazione fascista” governata da un “regime fascista”. Se questa è una provocazione deliberata volta a suscitare l’indignazione dei cittadini russi, e dei milioni di altre persone che hanno studiato la storia moderna a scuola, allora ha certamente raggiunto il suo obiettivo. Per coloro che non hanno studiato o che hanno dimenticato le lezioni di storia, ricordiamo che il popolo sovietico, nella lotta contro il fascismo per la libertà del proprio Paese, per la libertà dell’Europa e del mondo, ha sacrificato 27 milioni di suoi cittadini e ha subito disastri e sofferenze incalcolabili. L’odiosissima parola “fascismo” che, com’è noto, ha origine italiana, è saldamente radicata nella nostra coscienza pubblica come sinonimo di ideologia antiumana e razzista che, non solo non ha nulla in comune con la politica della Russia moderna, ma è inoltre oggetto della nostra lotta coerente e intransigente, anche contro le sue manifestazioni nelle politiche di altri Paesi. Siamo inoltre costretti a ricordare che la politica del fascismo italiano, oltre a tanti lutti e devastazioni sul territorio dell’Unione Sovietica, ha cagionato molte sofferenze allo stesso popolo italiano. Durante la Seconda guerra mondiale sul solo fronte orientale sono morte decine di migliaia di italiani.
Il marchio irresponsabilmente impostoci, gli appelli a “fermare il fascismo di Putin”, che rappresenterebbe “una minaccia mortale per l’Europa e per le società europee”, a nostro avviso, sono soprattutto ad uso e consumo interno, per fomentare il sentimento russofobico nella società italiana. Contiamo sul buon senso degli italiani comuni che non sono inclini a vedere dei “fascisti” nei russi che hanno sempre avuto un’indubbia simpatia per il vostro Paese e che in molte occasioni hanno fornito un aiuto disinteressato al suo popolo.
Chiediamo, signor direttore, di considerare il nostro punto di vista che riflette quello della stragrande maggioranza dei cittadini della Russia contemporanea.
Signor direttore,
abbiamo letto con stupore e un po’ di disgusto l’articolo “Così Putin minaccia tutti noi” di Danilo Taino sul Suo giornale del 25 marzo 2023. Dal momento che ha ritenuto ammissibile concedere spazio sulle pagine del Suo quotidiano a questa pasquinata diffamatoria e oltretutto richiamarne il titolo in prima pagina, stimiamo che la posizione dell’autore sia condivisa dal comitato di redazione di uno dei giornali più influenti d’Italia.
Riteniamo che non sia per noi dignitoso discutere con l’autore di questa “opera”, intrisa di un odio non celato per la Russia contemporanea e il suo popolo.
Vorremmo richiamare l’attenzione della redazione del Suo giornale su quanto segue. Voi, forse, avete il dubbio primato tra gli altri media italiani nel sostenere la tesi blasfema del popolo della Russia contemporanea come “nazione fascista” governata da un “regime fascista”. Se questa è una provocazione deliberata volta a suscitare l’indignazione dei cittadini russi, e dei milioni di altre persone che hanno studiato la storia moderna a scuola, allora ha certamente raggiunto il suo obiettivo. Per coloro che non hanno studiato o che hanno dimenticato le lezioni di storia, ricordiamo che il popolo sovietico, nella lotta contro il fascismo per la libertà del proprio Paese, per la libertà dell’Europa e del mondo, ha sacrificato 27 milioni di suoi cittadini e ha subito disastri e sofferenze incalcolabili. L’odiosissima parola “fascismo” che, com’è noto, ha origine italiana, è saldamente radicata nella nostra coscienza pubblica come sinonimo di ideologia antiumana e razzista che, non solo non ha nulla in comune con la politica della Russia moderna, ma è inoltre oggetto della nostra lotta coerente e intransigente, anche contro le sue manifestazioni nelle politiche di altri Paesi. Siamo inoltre costretti a ricordare che la politica del fascismo italiano, oltre a tanti lutti e devastazioni sul territorio dell’Unione Sovietica, ha cagionato molte sofferenze allo stesso popolo italiano. Durante la Seconda guerra mondiale sul solo fronte orientale sono morte decine di migliaia di italiani.
Il marchio irresponsabilmente impostoci, gli appelli a “fermare il fascismo di Putin”, che rappresenterebbe “una minaccia mortale per l’Europa e per le società europee”, a nostro avviso, sono soprattutto ad uso e consumo interno, per fomentare il sentimento russofobico nella società italiana. Contiamo sul buon senso degli italiani comuni che non sono inclini a vedere dei “fascisti” nei russi che hanno sempre avuto un’indubbia simpatia per il vostro Paese e che in molte occasioni hanno fornito un aiuto disinteressato al suo popolo.
Chiediamo, signor direttore, di considerare il nostro punto di vista che riflette quello della stragrande maggioranza dei cittadini della Russia contemporanea.

I fanghi dell’alluvione di Casamicciola Terme smaltiti sull’intero territorio ischitani sono altamente tossici? Un interrogativo a cui urge risposta

Fanghi & detriti, tutto il “peso” della frana di ...i FANGHI  smaltiti sull’intero territorio ischitano causati  dall’alluvione del 2022 sono altamente  tossici?  Secondo alcuni esperti nel settore si direbbe  di si’ vista la mole di oggetti inquinanti catturati lungo il tragico tragitto dal pluviale.Se il probatorio dovesse corrispondere al vero… della tossicita’ del malmoso pasticcio chi ne pagherebbe le conseguenze in tema di salute se non l’ignaro cittadino? Urge inchiesta ad horas affinché l’Amleto venga chiarito! Intanto si vocifera che gli aspiranti sindaci alla corsa del comune di Forio per dare un messaggio forte e di riconoscenza al popolo ,una volta eletti il loro primo pensiero sara’ quello di appurare la tossicità o meno del fertile.Chiaramente per cautelare la salute della loro progenie e quella dei cittadini .l.m.

Vito Iacono Candidato Sindaco nel comune di Forio d’Ischia

Un Paese, una Comunità misura la sua civiltà dall’attenzione, dal rispetto che rivolge alle persone costrette a vivere con una disabilità. Non capisco perché, come fosse un tabù, nel tempo, la politica non abbia mai messo al primo punto delle cose da fare quelle fondamentali per rendere un Paese a misura di disabile. Non si capisce perché non siano mai state promosse politiche ed iniziative serie per l’abbattimento delle barriere architettoniche, fisiche, sensoriali e culturali che impediscono alla persona disabile una piena partecipazione alla vita sociale limitandone la mobilità e la piena fruibilità di luoghi dove si esercitano diritti primari dei cittadini dalla salute, allo studio, al lavoro, allo svago.
E’ questa la mia priorità!!!
Ed è per questo che prevedo il pieno coinvolgimento nella vita amministrativa di persone diversamente abili che si sentano protagonisti della loro vita e della vita del nostro Paese e che a pieno titolo lavorino per creare, per loro, le migliori condizioni di vita.
Centri di riabilitazione con competenze, professionalità e strumentazioni che soddisfino i loro bisogni, percorsi protetti per vivere appieno il nostro Paese senza dover fare slamom tra macchine ed ostacoli, centri di aggregazione che favoriscano processi di integrazione e di inclusione anche occupazionale.
I nostri disabili e le loro famiglie sono le persone alle quali dobbiamo dedicare le nostre attenzioni e delle quali dobbiamo prenderci cura, dando risposte concrete ai loro bisogni ed evitando che per vedere soddisfatte le esigenze terapeutiche e di altra natura sono costretti a lasciare la nostra Isola, allontanarsi dagli affetti o aspettare tempi lunghissimi che ne pregiudicano, per alcune forme di disabilità, il pieno possibile recupero.
Non vi lasciamo soli!!!

La Giornata internazionale della Donna? Insieme, Al Torrione di Forio l’8 marzo 2023.

 

 

L’incipiente primavera si coglie soprattutto dalla fragranza diffusa nell’aria di un morbido e vellutato
stame, la mimosa. Il gradevole profumo si espande tra i giardini e le ville di questo scoglio incantato
e ci ricorda che sta per avvicinarsi la Giornata internazionale della Donna, che ricorre l’8 marzo di
ogni anno,
Una giornata particolare, dunque, per ricordare non solo le conquiste sociali, economiche e politiche,
ma anche le discriminazioni e le violenze che le donne subiscono ancora, in quasi tutte i paesi del
mondo.
Fin dall’inizio del secolo scorso la donna ha lottato per ottenere quel ruolo preminente nella vita
sociale, che le consenta di avere almeno delle pari opportunità e dignità. Purtroppo, ancora troppo
spesso, si assiste, sia dai comportamenti personali, sia istituzionali, ad una negazione di questi
principii ineluttabili. Proprio per sottolineare questi aspetti, la Festa delle Donne è una delle due
giornate dedicate ai diritti di genere insieme alla Giornata internazionale per l’eliminazione della
violenza contro le donne, che cade ogni anno il 25 novembre.
La mimosa fu scelta come simbolo dell’emancipazione femminile dalle organizzatrici delle
celebrazioni italiane che cercarono un fiore di stagione da scambiarsi e che costasse poco, e lo
trovarono appunto nella mimosa.
Per il tradizionale appuntamento, in occasione della giornata internazionale dedicata alle donne,
l’Associazione Culturale Radici, con la mente sempre rivolta al compianto Presidente Giuseppe
Magaldi, ha programmato un evento per ricordare conquiste, discriminazioni e violenze sulle donne
presso il Museo Civico Giovanni Maltese, ove saranno accolti tutti coloro che vorranno apportare la
propria testimonianza, al fertile contributo d’idee, inizialmente proposte dagli ospiti invitati
dall’Associazione.
Tra i numerosi ospiti, la Proff.ssa Anna Capodanno, la Dott.ssa Francesca Visone, il M° Raffaele De
Maio e il regista e scrittore Prof. Eduardo Cocciardo. L’Associazione Radici è lieta di accogliere,
inoltre, i Proff. Federica Monti e Fabio Bianco che guideranno gli allievi dell’Accademia Musicale
Note sul Mare nell’esecuzione di brani del repertorio classico di autori dell’800.
Il titolo di questo messaggio «Lotto di marzo» non è un gioco di parole ma un’esortazione
all’aggregazione per la rivendicazione di un ruolo prioritario al femminile.
Appuntamento presso il Museo Civico Giovanni Maltese mercoledì 8 Marzo 2023 ore17.30.
Altre notizie alla pagina: https://www.iltorrioneforio.it/it/eventi/lotto-di-marzo
Luigi Castaldi

Stato- Mafia

Il giorno 2 giugno del 1946 come tutti sanno nacque la Repubblica italiana. Se avesse prevalso la monarchia ( anche se la nobiltà come sostiene H. Nitschctz : “e’ il quantum di cui uno possiede.. tutto il resto é vilta’! ) , con tutte le sue lagune e soprusi ,e non é stata la più alta forma di democrazia, noi oggi non staremo quì a parlare ancora di mafia. Con l’avvento della Repubblica e le libere votazioni abbiamo partorito con l’aiuto degli americani il primo governo dello Stivale denominato “Democrazia Cristiana”. Si sà che il prezzo da pagare per l’auxsilio americano per l’ascesa dei democristiani é stato altissimo visto che in cambio dei voti mafiosi si permise l’arrivo in Parlamento di esponenti in ” giacca e cravatta” con prole a seguito. Gran parte della mafia, e, questo non é mistero… si avvicenda negli scanni di Montecitorio. E ancora stiamo a discutere chi ha contribuito alla morte di Falcone e Borsellino. Denaro, Riina sono manovalanze delle menti e volti che Giovanni Falcone e Borsellino avevano individuato. L’ agenda del magistrato fatto saltare in aria con la Sua scorta, ne conteneva ormai nomi. I Mandanti di cui si era giunti quasi alla identificazione avevano provveduto tempestivamente che agenti della Cia sopragiunggessero sul luogo del misfatto criminoso per appropriarsi di quella “Rossa” documentazione che i corrotti giornalisti italiani sono costretti a dichiarare come appropriazione indebita ieri a Totò Riina, oggi a Matteo Messina Denaro. Un revival che si ripete dal 1992 e che si ripeterà fino alla notte dei tempi fino a quando per implosione alla fine di questo secolo l’Italia avrà con sangue dei martiri lavato la merda dell’Elites finanziario e politico. In questo periodo si sono focalizzati sugli Anarchici che sono gli unici e soli al mondo che non hanno mai avuto niente a che vedere con la mafia a differenza delle brigate rosse utilizzate dallo stato (Italia-America) per uccidere il grande statista Aldo Moro.l.m.

al Torrione di forio d’Ischia il ricordo dell’Olocausto: lettere dal Lager dal diario di Anna Falk

Lettere dal Lagerholocaust pictures | mouade agafay

Al Torrione di Forio il ricordo dell’Olocausto e di tutti i genocidi.
“La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta”.

Dal “Diario di Anna Frank”

Le lettere inviate dai campi di sterminio ci fanno immergere nella terribile realtà dei vari campi di
concentramento disseminati dal regime nazista in varie località europee, mostrandoci la vita
quotidiana al loro interno, le speranze e le preoccupazioni di chi sapeva che non avrebbe più rivisto la
propria casa e i propri cari. Poiché uno degli intenti dei regimi totalitari e in particolare quello
nazifascista, è di annichilire l’identità umana, anche la corrispondenza era soggetta a rigidi controlli.
Tra il 1942 e il 1945 fu attiva la Brief-Aktion, un sistema di monitoraggio della corrispondenza tra i
deportati ad Auschwitz e le loro famiglie. Cartoline brevi, che in un’Europa segnata dalla guerra
riuscivano incredibilmente ad arrivare a destinazione, rappresentando spesso per chi era rimasto o era
riuscito a nascondersi l’unica occasione di contatto con i propri cari. La necessità di non dimenticare,
anche con il supporto di queste testimonianze, è quanto mai urgente e compulsiva e le atrocità passate
vanno studiate, non per esorcizzarle con un semplice “Ormai non potrà più accadere”. Il rischio è
proprio quello: l’oblio.
La necessità di non dimenticare fu sancita, con risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni
Unite del 1o novembre 2005, durante la 42a riunione plenaria, quando venne designato il Giorno della
Memoria, una ricorrenza internazionale da celebrare il 27 gennaio di ogni anno come giornata per
commemorare le vittime dell’Olocausto. La data fu scelta per celebrare il sessantesimo Anniversario
della Liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell’Olocausto, perché in quel giorno
del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della
Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Per evitare che si ripetano le atrocità vissute nei vari campi di sterminio nazisti e non solo, esse non
devono essere coperte dalla coltre dell’oblio, perché uomini senza memoria generano mostri, come
ampiamente dimostra una classifica facilmente reperibile sul web.
Come consuetudine, per fugare colpevoli silenzi sull’argomento, anche l’Associazione Culturale
Radici, con i pochi mezzi a disposizione, ma con la determinazione profusa dal compianto Capitano
Giuseppe Magaldi, intende esprimere il proprio contributo alla Memoria, una memoria che vada oltre
la celebrazione, che sia consapevole riflessione sui gravissimi crimini commessi dall’umanità nei
confronti di propri simili.
Avvalendosi della collaborazione degli allievi della scuola di recitazione “Il Tempo e lo Specchio”,
operativa al Torrione dallo scorso ottobre e diretta dal regista e scrittore Eduardo Cocciardo,
(di cui potete leggere di seguito un prezioso elaborato), propone un reading di significative lettere
(alcune veramente viaggiate) e, con l’auspicio che la manifestazione possa indurre alla riflessione non
solo per il breve attimo dell’intrattenimento, invita Voi, gentili lettori, a partecipare numerosi alla
cerimonia commemorativa, per sostenere il proprio disprezzo verso tutti i genocidi storicamente
perpetrati, intervenendo con la Vostra testimonianza.
Luigi Castaldi

LETTERE DAL LAGER

Venerdì 27 gennaio, alle ore 17, presso il Museo Civico del Torrione, in occasione della Giornata
della Memoria, nell’ambito di un evento organizzato dall’Associazione Radici, andrà in scena la
performance teatrale Lettere dal Lager, ideata e diretta da Eduardo Cocciardo, con gli allievi del Corso
di Recitazione Il Tempo e lo Specchio. Lo spettacolo, arricchito da una straordinaria scenografia
realizzata dall’artista Raffaele De Maio, si propone, con un gioco visivo e sensoriale e con un collage
di testimonianze dirette, di far immergere lo spettatore nel cuore di una delle più terribili tragedie che
l’umanità abbia mai conosciuto: la Shoah. L’obiettivo della messa in scena sarà dunque quello di non
limitarsi, come spesso accade, ad una mera commemorazione.
La memoria, infatti, conserva e digerisce ricordi, per provare sempre a vedere oltre, senza mai
guardare attraverso. Immergersi, o, in senso eminentemente teatrale, immedesimarsi, essere cioè se
stessi nell’altro, costringe l’esercizio della memoria a snaturarsi, o magari ad approfondirsi: il ricordo
è solo il punto di partenza, perché, spezzato il suo atomo, il tempo si ferma e si prova a rivivere tutto.
Come se non ci fosse un domani. Come se non fosse mai avvenuta una liberazione. Difatti, a pensarci
bene, quale liberazione può essere mai avvenuta per chi, come la maggior parte degli ebrei, non è
potuto uscirne vivo, o anche per chi, pur essendone uscito, non è mai riuscito a liberarsene dentro? Il
teatro, come dovrebbe essere nella sua natura, deve provare a far rivivere spazi e tempi, a rimettere in
moto il pensiero critico, a rimettere in circolo la verità, anche a costo di prendere a pugni lo stomaco,
perché nulla può essere più autentico e irripetibile di un’esperienza teatrale. Il teatro non è, per sua
natura, un momento di piacevole passività, ma un passaggio di consegne, un dare ed avere, un gioco
interattivo che costringe il pubblico a essere con gli attori parte di una rinascita. Nel senso proprio di
ritrovarsi in un altro tempo ed in un altro spazio, compartecipando così ad un momento assolutamente
rituale.
Questa la particolare esperienza che la performance proporrà al pubblico. Ad interpretarla, un gruppo
di giovanissimi studenti di recitazione, con qualche innesto più maturo, che, al pari dei primi, si sta
appena avvicinando al linguaggio teatrale e cinematografico: Maria Rita Ascanio, Marika Baldino,
Raffaele De Maio, Margherita Di Maio, Giovanni Gallo, Mariaflora Ielasi, Viola Manna,
Francescopio Palomba, Cinzia Ursomanno, Angela Verde. E che siano soprattutto i giovanissimi a
rivivere e far rivivere quella tragedia, è di sicuro l’aspetto più importante della messa in scena: un
ponte fra un passato ed un futuro che continuiamo, nonostante tutto, a sognare migliore.
Eduardo Cocciardo
Altre notizie alla pagina: https://www.iltorrioneforio.it/it/eventi/lettere-dal-lager

LE DIECI REGOLE DELLA MANIPOLAZIONE MEDIATICA

fonte
originale dei dieci punti, fonte della loro traduzione in italiano.
1-La
strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale
è la strategia della distrazione che consiste nel deviare l’attenzione del
pubblico dai problemi importanti e dei cambiamenti decisi dalle élites politiche
ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o inondazioni di continue
distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è
anche indispensabile per impedire al pubblico d’interessarsi alle conoscenze
essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la neurobiologia
e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata dai veri problemi
sociali, imprigionata da temi senza vera importanza. Mantenere il pubblico
occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per pensare, di ritorno alla
fattoria come gli altri animali (citato nel testo “Armi silenziose per guerre
tranquille”).
2- Creare problemi e poi offrire le
soluzioni
Questo
metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”. Si crea un problema,
una “situazione” prevista per causare una certa reazione da parte del pubblico,
con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che si desiderano far
accettare. Ad esempio: lasciare che si dilaghi o si intensifichi la violenza
urbana, o organizzare attentati sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi
richiede le leggi sulla sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O
anche: creare una crisi economica per far accettare come un male necessario la
retrocessione dei diritti sociali e lo smantellamento dei servizi
pubblici.
3- La strategia della
gradualità
Per far
accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce,
per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche
radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni 80
e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in
massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che
avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola
volta.
4- La strategia del differire
Un altro modo per far accettare una
decisione impopolare è quella di presentarla come “dolorosa e necessaria”,
ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento, per un’applicazione futura. E’
più facile accettare un sacrificio futuro che un sacrificio immediato. Prima,
perché lo sforzo non è quello impiegato immediatamente. Secondo, perché il
pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a sperare ingenuamente che “tutto
andrà meglio domani” e che il sacrificio richiesto potrebbe essere evitato.
Questo dà più tempo al pubblico per abituarsi all’idea del cambiamento e di
accettarlo rassegnato quando arriva il momento.
5-
Rivolgersi al pubblico come ai bambini
La maggior parte della pubblicità diretta al
gran pubblico, usa discorsi, argomenti, personaggi e una intonazione
particolarmente infantile, molte volte vicino alla debolezza, come se lo
spettatore fosse una creatura di pochi anni o un deficiente mentale. Quando più
si cerca di ingannare lo spettatore più si tende ad usare un tono infantile.
Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una persona come se avesse 12 anni o meno,
allora, in base alla suggestionabilità, lei tenderà, con certa probabilità, ad
una risposta o reazione anche sprovvista di senso critico come quella di una
persona di 12 anni o meno (vedere “Armi silenziosi per guerre
tranquille”).
6- Usare l’aspetto emotivo molto più della
riflessione
Sfruttate
l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi
razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del
registro emotivo permette aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare
o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre
comportamenti….
7- Mantenere il pubblico nell’ignoranza e
nella mediocrità
Far
si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati
per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle
classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in modo
che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le classi
superiori sia e rimanga impossibile da colmare dalle classi
inferiori”.
8- Stimolare il pubblico ad essere compiacente
con la mediocrità
Spingere il pubblico a ritenere che è di
moda essere stupidi, volgari e ignoranti…
9- Rafforzare
l’auto-colpevolezza
Far credere all’individuo che è soltanto lui
il colpevole della sua disgrazia, per causa della sua insufficiente
intelligenza, delle sue capacità o dei suoi sforzi. Così, invece di ribellarsi
contro il sistema economico, l’individuo si auto svaluta e s’incolpa, cosa che
crea a sua volta uno stato depressivo, uno dei cui effetti è l’inibizione della
sua azione. E senza azione non c’è rivoluzione!
10-
Conoscere agli individui meglio di quanto loro stessi si
conoscano
Negli ultimi
50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario crescente
tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle élites
dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia applicata, il
“sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano, sia nella sua
forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere meglio l’individuo
comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa che, nella maggior
parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed un gran potere
sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo esercita su sé
stesso
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Omaggio a mia figlia Laura
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