ESPRESSIVITA’ PITTORICA DI VINCENZO RIDOLFINI

ESPRESSIVITA’ PITTORICA DI VINCENZO RIDOLFINI
l’ intrigo dei segni pittorici di Vincenzo Ridolfini c’ insegna che nell’ abisso del cuore e della mente, per mutamenti e/o tradimenti subiti per il maleficio dell’ uomo, e’ riposto tutto il nostro scontento e ri-sentimento. In una velocità di mutazioni imprendibili, tutto si rivela un inganno, ma proprio in quell’ abisso dove ci siamo cacciati, in quella pericolosissima via senza ritorno, affiora la gioia di una speranza di cambiare. la stessa speranza si fa “esasperazione” di questa epopea. Tutti i falsi valori, il dio danaro, il dio potere, il dio abuso, il dio egoismo, ecc. si acquietano nello straordinario ” abisso ” dipinto dal Ridolfini, la cui cifra poetica, si eleva ad un vero e proprio allarme di recupero prima che sia troppo tardi ! La lotta per il vivere quotidiano si fa dunque speranza di un vivente possibile, laddòve, oggi, il vivente non ha piu’ il tempo di vivere ! L’ universo muto di Vincenzo Ridolfini grida con materica spiritualita’ uno straordinario quanto significativo spiraglio ancor possibile alla vita ! allora il suo “abisso” è sfidato, all’ esterno, dal lieto cinquettìo degli uccelli, nobilissimo lampo intuitivo per un rinnovato slancio ai valori veri di un uomo che ha fallito negli abissali limiti della sua falsita’ !
In ogni Artista s’ agita il “fantasma” del vero “se” profondo. In un gioco tensivo tra sentimento e ragione, l’ artista rompe sostanzialmente l’ equilibrio. Scatta la necessità del racconto di ciò che si vede e si soffre o si gode. Tutto si tramuta in una “pulsione poetica” che produrrà un fenomeno d’ Arte. Quella pulsione, nata dagli occhi che scrutano, raccolgono ed offrono. Gli occhi della straordinaria Arte di Vincenzo Ridolfini sono puntati sulle contraddizioni dell’ uomo e del suo fare…Il groviglio complicato dell’ <esistente> passa attraverso immagini di valori sociali, architettonici, morali, nettamente elusi o deformati . L’ inferno di Dante, come sentimento, ed il “naufragare dolce nel mare infinito del pensiero”, di Leopardi, si tramutano in pittura per mano di Vincenzo in un gioco tensivo da piccolo-grande Bosh; basterebbe pensare ai “Macchinesimi” di Mario Persico o alle “scomposizioni” di Imira Luminita. Vincenzo Ridolfini offre il suo “gridato silenzio” con una forza materica che elude ogni ridondanza o corposità e si afferma nei colori “pacati” di una forza pittorica di grandiosa perfettissima misura.
l’ atto magico del “creativo”, come spiega Saverio Pirozzi, filosofo, in “lezione di magia”, richiede equilibrio tra l’ immanente e il trascendente, tra il naturale ed il divino, tra il sentimento e la ragione. se i sensi e l’ intuito comprendono l’ equilibrio che unisce al tutto e l’ artista quell’ equilibrio e’ in grado di modificare, allora compie l’ atto magico, cioe’ creativo, che si prefigge.
“L’impegno degli artisti”, scrive Adolfo Giuliani, fondatore nel 2000 del movimento “Esasperatismo”, “è volto alla sensibilizzazione delle coscienze sulla insostenibile situazione attuale al fine di promuovere un’attenta riflessione sulla crisi degli eventi e dei valori e di trasmettere un forte messaggio di speranza”. Al pensiero di Giuliani, bene aderisce un altro eloquente quanto infinito capolavoro, denominato “Caos metropolitano”, di Vincenzo Ridolfini, perfettamente “esasperatista” . L’espressività pittorica del Ridolfini, infatti, esprime tutto lo smarrimento di un vivente oramai terribilmente invivibile, come osserva autorevolmente il Filosofo Emerito Aldo Masullo . Vincenzo Ridolfini, questo immenso Artista ( che, sappiamo, espone a livello mondiale), non declina dall’ impegno di sensibilzzare le coscienze ad un riscatto civile, nell’ individuare una via di sbocco alla crisi etico-morale e materiale che sul pianeta imperversa. “Caos metropolitano”, che sostanzialmente è la denuncia di una “Comunità e solitudine”, allo stesso tempo ci spinge ad una luminosa speranza nel poter correggere il nostro “deragliamento”, per dirla con la poetessa Marina Mineo, e proseguire per una evoluzione veramente civile.
Ciro Ridolfini