Giovedì 26 maggio alle ore 18.30 presso la sala conferenze dell’Hotel Augusto, il Comitato di Lotta e Difesa per il potenziamento dei servizi sanitari dell’Ospedale Rizzoli ha indetto un’assemblea pubblica per discutere dell’impellente rischio chiusura dell’Unità Terapia Intensiva Cardiologica (UTIC) di Lacco Ameno. Lo richiede la “Spending Review” che tradotto dall’inglese significa ridurre gli sprechi al fine di apportare miglioramenti al bilancio dello Stato. Ciò, nel caso del sacro-santo reparto di Lacco Ameno, significa che è necessario tagliare vite umane e salvare per compensazione i conti governativi italiani? “Mamma tu salvi Roma… ma perdi un figlio!”. Il nuovo piano ospedaliero della Campania è stato concordato dal Presidente Vincenzo De Luca insieme alla struttura commissariale incaricata della sua stesura. Il Presidente, grazie anche ai voti del dott. Gaetano Colella a Ischia, occupa la prestigiosa poltrona regionale. A Procida la pianificazione sanitaria dei tagli prevede addirittura l’abolizione del Pronto Soccorso. E se a De Luca & Company in visita all’isola di Arturo capitasse un mal di pancia, come la metterebbero? Fantasia e realtà a volte si sposano. E di lì a poco appare sempre il matrimonio di Amore ed Incubo. A parte ironie che aiutano la salute, i procidani fanno sul serio e giorni orsono sono scesi determinati in piazza. Blocco dei traghetti e protesta a oltranza. Non ci stanno proprio all’idea che un isola dove risiedono undicimila abitanti e migliaia di turisti, possa essere privata di un Pronto Soccorso. Cosa faranno i sindaci di Ischia e la cittadinanza tutta per la paventata chiusura del UTIC? Molte le vite umane salvate in quel reparto tra cui mia madre Giuseppina tre volte. Ricordo che applicarono un pacemaker esterno e nel frattempo resero disponibile un elicottero che in cielo risuscitò mamma. Quante di queste storie a Ischia! E a Procida. Storie da raccontare con il sorriso e la soddisfazione di medici e dei congiunti. Se il disegno criminoso di abolizione di reparti salva-vita dovesse attuarsi a quante lacrime e sangue dovremo assistere? I tagli sanitari sono quelli che più fanno gola perché la privatizzazione delle strutture sanitarie sono un business per clienti affezionati. Nell’Italia del Nord la ‘ndragheta ha investito molto in strutture ospedaliere. E dobbiamo dire con ottimi risultati ed efficienza. Ora è compito precipuo delle autorità politiche con la partecipazione attiva dei cittadini scongiurare che avvenga l’ennesimo e mostruoso disegno criminoso di abolire reparti che, in ragione del diritto alla salute, non possono e non si devono neanche sfiorare.