Le acque di Nitrodi Fonte e bene comune inalienabile da ridare ai cittadini. Affrontato l’annoso problema dall’avvocato Mario Goffredo

Anno dopo anno la parte pubblica della Fonte di Nitrodi viene depotenziata e svilita nel chiaro intento di eliminare quella che è la pubblica disponibilità di una fonte sorgiva. Il famoso e storico tubo, annualmente e fastidiosamente ingabbiato per non creare intralcio (e presunta concorrenza) agli affari del parco privato, quest’anno è stato definitivamente chiuso e sostituito da una docetta sulla piazzola vicino alla fontanina, che con un sistema automatico entra in funzione a partire solo dalle 20.00 e fino alle 08.00 del mattino successivo.

Lo storico ed affascinante anfratto nel quale si entrava scendendo le scalette e dove sgorgava copiosa la miracolosa acqua è stato serrato. Il caratteristico scroscio che si sentiva sin dalle scale, scendendo, è stato zittito, cancellato. La doccia che ha sostituito il tubo ha una portata d’acqua di gran lunga inferiore a quella del tubo originario e l’orario di attivazione è stato ulteriormente spostato in avanti, azionandosi solo alle 20.00 p.m. che ad agosto è già un orario crepuscolare e quasi notturno, non concedendo a chi vuole godere della fonte pubblica nemmeno un briciolo di luce ed il caldo più convincente delle ore solari.

L’intento, sin dalla concessione del parco creato sulla fonte, è chiaro: ricondurre ogni utilizzo delle miracolose acque ad un percorso privato e commerciale. Ed in una logica del genere la parte pubblica delle fonte è solo un intralcio fastidioso da eliminare, anno dopo anno, pezzetto dopo pezzetto. Prima i residenti fuori dal Comune di Barano tenuti a pagare (come se una fonte sorgiva avesse pertinenza ed appartenenza ad un solo Comune, e se cominciasse tale fonte a Casamicciola o Forio o Lacco Ameno?). Poi i residenti stessi nel Comune di Barano a cui viene di malincuore concessa una sola ora nel parco. Tutte misure discutibili, ma rientranti in una logica commerciale di gestione di un’attività imprenditoriale, che purtroppo è stata la scelta del Comune di Barano che avrebbe invece potuto gestire pubblicamente l’intero parco. Per carità! Ma ogni legittimità ed ogni comprensione viene meno nel momento in cui la parte pubblica, che dovrebbe spettare alla popolazione nel pieno ossequio di un diritto universale quale il Diritto all’Acqua, viene così calpestata.

Non voglio nemmeno andare a fondo e parlare dei copiosi finanziamenti arrivati in passato per la zona e finalizzati proprio alla fruibilità di quel pregiato territorio, di cui non è chiara quale sia stata la destinazione e la funzionalità allo scopo. Vi è un’interrogazione in corso in ambito europeo. Non voglio nemmeno approfondire la natura dei lavori che sono stati compiuti anche nell’area di fronte all’ingresso del parco e che non lasciano presagire nulla di buono. Ma non è tollerabile la sufficienza e lo svilimento con cui si sta bistrattando la parte pubblica della Fonte.

É obbligo morale e politico dell’Amministrazione baranese riattivare il tubo originario, a cui semmai va aggiunta e non sostituita la doccetta della piazzola. Rendere questa parte esteticamente piacevole e curata, seppur fosse necessario onerare della pulizia e della cura il concessionario del parco che trae grandi benefici dal bene pubblico. E sebbene sia del parere che la fonte pubblica dovrebbe essere attiva e fruibile 24h, che almeno l’orario di attivazione venga anticipato, anche in considerazione del fatto che il parco chiude alle 19.30 e se già alle 19.00 fosse possibile per i cittadini utilizzare la fonte pubblica non vi sarebbe intralcio alcuno all’attività del parco stesso.di Mario Goffredo