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Vaccino e autismo: cambia tutto di Massimo Mazzucco

Anamnesi storica di Raffaele de Crescenzo esponente di spicco del movimento “Forio é Tua”
Il partito degli astenuti ha vinto. Non ha eletto nessuno, eppure ha deciso tutto.
È un paradosso che pesa come una pietra: la maggioranza non vota più, non crede più, non spera più. E non è un gesto di pigrizia: è un urlo silenzioso. Un urlo che dice che la politica non riesce più a guardare la gente negli occhi, né a parlare la sua lingua, né tantomeno a farsi interprete delle sue paure, delle sue fatiche, dei suoi bisogni.
In Campania ha votato meno della metà degli aventi diritto.
È come osservare una casa che conosci da sempre e scoprirla improvvisamente vuota, con le finestre spalancate e il vento che entra. Quel vento è la disaffezione, la sfiducia, la sensazione che la democrazia stia marcendo perché nessuno la cura davvero.
Gli eletti per qualche ora fingeranno tristezza per la scarsa affluenza. Poi, come sempre, volteranno pagina, contando le preferenze e i futuri incarichi.
E nel frattempo la comunità si sgretola. Manca la voce, manca il filo che tiene insieme le persone. Le campagne elettorali si riducono a slogan stanchi, promesse impossibili, bonus immaginari e polemiche da bar. Nessun programma vero. Nessun progetto. Nessun coraggio.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un popolo che non si riconosce più in chi dovrebbe rappresentarlo. Una politica che non ascolta e non vede.
E quando la politica smette di essere interprete dei problemi reali, la democrazia entra in coma. Non per colpa di chi non vota, ma di chi ha smesso di meritarsi quel voto.
La verità è semplice e terribile: la gente non va più alle urne perché non sente più nessuno parlare davvero di lei.
Vede solo chiacchiere, risse mediatiche, promesse stantie, recite stanche.
E allora l’astensione diventa un gesto radicale, forse incosciente, ma tremendamente umano: «Non credo più a questo sistema. E non voglio essere complice».
È qui che la politica dovrebbe tornare a interrogarsi, a sporcarsi le mani, a farsi comunità, a farsi responsabilità.
Perché la democrazia, come ogni cosa viva, muore se non viene nutrita.
E la cura, oggi, si chiama ascolto. Si chiama verità.
di Raffaele de Crescenzo

La palestina lasciata sola a se stessa

Massimo Scarpati campione di pesca subacquea illustra le Sue imprese e libri nella sala consiliare del comune di Forio d’Ischia
L’amministrazione di Forio d’Ischia mercoledì 19 otto
bre ,ha avuto l’onore e piacere di ospitare all’interno della sala consiliare del suo municipio, Massimo Scarpati. Il Campione mondiale di pesca subacquea. inizia il percorso sportivo proprio nella terra saracena diventato più tardi dopo aver smesso le competizioni, “il re del corallo”. Forse, e non con la stesa passione, ma tenacia per il mare Scarpati lascia le notevoli profondità marine per abbracciarne altre, non meno insidiose e profonde per riportare alla luce il prezioso corallo. Con abnegazione totale Massimo é stato.5 volte campione italiano dal 1968 al 1973.Tre volte campione europeo a squadre dal 68 al 7o-70-74.vincitore del campionato europeo individuale in Irlanda nel 1974.Tre volte ha vinto il trofeo ” Mondo Sommerso Internazionale “Medaglia d’Oro” al valore atletico .E L’onoreficenza come cav. dello Sport su proposta del presidente della repubblica italiana. Dopo le vicende agonistiche le energie di Scarpati vengono indirizzate all’immersione con autorespiratori ed é stato un dei primi a utilizzare le miscele di Elio per l’immersione delle profondità marine. . Il campione, conoscitore dei più ricchi fondali del corallo é stato il primo a utilizzare i robot per l’esplorazione e prelievo selettivo del corallo. In virtù della Sua esperienza lo straordinario conoscitore del mare é stato invitato in diversi convegni di medicina internazionale per “Lectio Magistralis”. Negli ultimi anni con un pizzico di nostalgia Massimo Scarpati , si é dedicato alla scrittura stimolato dagli affetti della moglie Gina e nipoti di cui va fiero. Il ” Tempo di un’Apnea”-Il tempo del Corallo. E Mako sono i libri che Scarpati in modo naturale rimanda al Suo di mare che spietatamente prende e da. Durante le illustrazioni non potevano mancare le immagine che riportano il campione al vissuto con Roky e Salvatore. I foriani che hanno inizialmente stimolato e regalato parte delle loro esperienze a Scarpati. Ma sisà: che l’allievo supera quasi sempre il maestro. D’altronde i subacquei foriani sapevano , anche se inconsciamente che per diventare un campione necessitano tante rinunce. E soprattutto abnegazione totale. L’evento ha visto partecipe un pubblico foriano dal palato raffinato: di terra e di mare di Lucia mannna
Focus/casamicciola Rinascera’! Ma come? Ma quando? Di Giuseppe mazzella

Lucia Manna
Forio, la mensa che non c’è e gli sprechi di Natale!!! di Vito Iacono




Antonio Pezzella, Maria Morgera e altri 15
Il sogno americano vincente di Trump frena quello europeo di Salvatore Paolo Pazzi
E’ stata una vittoria netta ed è la prima volta che un presidente americano s’impone al secondo mandato non consecutivo con margini oltre ogni previsione. Di brogli non si parla più ed ora il miliardario Donald può rilassarsi con la sua famiglia allargata, ammorbidendo i toni
Si tratta del presidente (il 47°) più anziano al momento della sua elezione, ma quello che conta il sogno di grandezza che ha tramesso, non abbandonando toni messianici (“Dio mi ha risparmiato per un motivo”…), accolto dai ceti proletari, immigrati compresi, toccati dall’inflazione, nonostante un’economia in salute anche grazie all’industria bellica.
Meno tasse (specie per i ricchi), meno immigrati, rifiuto del cambiamento climatico, dazi sulle importazioni (anche dall’Europa) e armi per tutti sono il must di un mantra che strizza entrambi gli occhi al mondo no vax. Poi c’è la promessa di portare la pace, non si sa come e a che prezzo, per chi si dovrebbe solo arrendere e abbandonare le sue legittime istanze di libertà. Le discusse traversie giudiziarie e l’assalto a Capitol Hill (2021) sono episodi ormai del passato.
In politica estera, alla possibile riduzione dell’impegno verso l’Ucraina e alla totale mano libera al governo di Benjamin Netanyahu, si aggiungono gli effetti di un iperprotezionismo attuato con pesanti dazi sull’import dalla Cina e quello contro l’UE, lasciando spazio a contatti diretti con singole realtà nazionali dove si ritiene saranno privilegiati quelli con governi sovranisti.

La possibile inversione di rotta americana nell’aiuto a Kiev, la politica dei dazi potrebbe dare una mazzata ai partner del vecchio continente e il filo diretto con i governi sovranisti premierà i rapporti bilaterali a spese di quelli comunitari con il plauso dell’internazionale dei patrioti.
Per i democratici americani si tratta di una cocente sconfitta. A risultato acquisito c’è chi fra i dem ha rimpianto l’anziano Joe Biden più vicino alla dimensione popolare del partito rispetto a una Kamala Harris vista troppo come espressione del mondo radicale californiano. Un contrasto che non è stato recepito da quelle donne, su cui tanto i dem puntavano, in un paese in cui in diversi stati non è facile abortire.
In ogni caso il ritorno del tycoon solleva forti preoccupazioni e alcuni arrivano a ventilare il rischio di un America sempre più vicina alla confraternita di autocrazie sempre più potenti e influenti nel mondo.
“L’America è sull’orlo di un precipizio autoritario. La democrazia ha delle regole e l’autocrate non ne vuole limitandosi ad un Ci penso io, (che riprende il ghe pensi mi del nostro Silvio nazionale). Trump non vuole regole per questo ama tanto gli autocrati, affiancato da sovranisti, suprematisti, mormoni con il supporto di miliardari geniali, libertari estremi (Elon Musk e non solo) che s’impongono come una élite che sa come si vive e comandare facendo sognare (pagando meno tasse)” è il pensiero di Anselma dell’Olio (moglie di Giuliano Ferrara). Il suo è un commento critico e particolarmente eloquente, ricorda come negli Usa il presidente abbia grandi poteri, confidando in quei limiti auspicati dai padri costituenti.
Consenso popolare
Con Trump si ritrovano suprematisti, mormoni, destre estreme ma insieme a questi compagni di viaggio scomodi si sono ritrovati oltre 72 milioni di cittadini che hanno votato per il tycoon con entusiasmo, rispetto ai 67.224.159 che hanno scelto il blu del democratic party. Il risultato finale è 292 a 226 grandi elettori per Trump, superando ampiamente la quota vittoria posta a 270. Un dato che segnala l’inequivocabile sconfitta della Harris che, non a caso, si è presentata per commentare l’inattesa debacle dopo molte ore dai risultati: “noi accettiamo i risultati quando perdiamo un’elezione e riconosciamo la vittoria dell’avversario. Un fatto che distingue la democrazia dalla tirannia. Per questo non ci arrenderemo”. Un’affermazione in polemica con il rifiuto di Trump di accettare la sconfitta del 2020, spingendo quella protesta che culminò nell’assalto del Campidoglio del 6 gennaio 2021 mentre era in corso l’insediamento di Joe Biden. Tutto questo in una fase che vede gli Usa di Biden avere risultati economici eccellenti penalizzati dal fatto di non essere riusciti a mettere argine a un inflazione che ha toccato e pesato particolarmente sui ceti popolari. E l’ambiente?: i fondi profusi da Biden per le svolte ecologiche del futuro sono per Trump un fatto marginale, in nome del suo rinnegare il riscaldamento globale e del lasciare mano libera alle imprese a partire da quella del petrolio , con la promessa di meno tasse. Business is business. Gli effetti si sono visti nelle immediate reazioni di borsa con l’exploit dai titoli della Tesla di Musk, mentre le quotazioni delle imprese europee e cinesi automobilistiche sono tutte in forte ribasso.
Il quadro che emerge è quello di un un paese isolazionista , poco interessato all’Europa come realtà comunitaria e alla Nato, che privilegia , da posizione di forza, rapporti con i singoli stati. Una prospettiva che, in questa Europa indebolita, è facile ritenere che possa aumentare la conflittualità tra stati sempre meno ”comunitari”. Mentre per l’Ucraina la pace potrebbe significare una normalizzazione in stile Bielorusso mentre delle aspirazioni di indipendenza dei popoli pazienza se ne facciano una ragione.
In Italia questo è stato il commento di Elly Schlein: “Brutta notizia per l’Ue e l’Italia e per le sue politiche economiche per gli effetti del protezionismo che subiranno imprese e lavoratori in Europa e in Italia”.
Fallimenti in Libano, Ucraina e Mar Rosso: l’azzardo non durerà dal bol di giorgio bianchi

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Guerra e pace
“ Si vis pacem, para bellum”, ossia se vuoi la pace prepara la guerra sostenevano i latini.
Fino ad oggi l’ assioma viene contemplato e messo in atto assumendolo nell’assunto di “guerra necessaria” per la stabilità e sicurezza del paese in questione . Ormai anche il più sprovveduto non crede alle necessità belligeranti falsamente espresse comprendendo a pieno che le guerre sono sempre provocate dagli stati per fattori economici richiedendo in pieno la vendita delle armi. E che rimane con le case farmaceutiche il più grosso business mondiale. Quindi chi le promuove anzichè avere come priorità il benessere dei cittadini servendone i loro interessi proteggendo la loro sicurezza, spronano e mettono in atto il confliggere. Nonostante che negli ultimi decenni dal 2010) la Commissione sulla sicurezza umana ha riconosciuto le gravi carenze dello Stato e le sue responsabilità nelle minacce per la sicurezza della gente comune, oggi nel 20024 sono in atto guerre di sterminio. Guerre che soprattutto nel nido di Cristo si possono ben inserire con il termine” genocidio”. Come uscirne ? La centralità per far fronte ed evitare che le guerre accadano e che si susseguono sta nell’empowerment .Ossia in quel processo sociale in cui i cittadini acquisiscono una maggiore consapevolezza .E partecipazione. L’accrescimento di potere e miglioramento deve partire dal basso sottraendolo in gran parte ai poteri costituiti. Poteri per niente, e che a tutt’oggi, hanno garantito pace e sicurezza nel mondo. L’unica strada per uscire dal vicolo cieco delle guerre in cui si trova la società odierna e che le persone credano nelle loro reciproche capacità lavorando insieme per farle emergere. La pandemia estesa dal virus Covid19 in tutto il mondo è stata una spinta propulsiva per far lievitare una maggiore consapevolezza nelle masse: entropia. Un vero toccasana . La pandemia bisogna vederla come un prodigio : “il veleno che si trasforma in medicina “ aprendo le coscienze assopite essendo tutti interconnessi la felicità e la sicurezza saranno garantite. La pace dovrebbe iniziare come si sa dalla famiglia ch’ è:” Un insieme di minuscolo stato dove il padre è sovrano e la madre è regina” Nella gran parte dei nuclei familiari la pace viene sempre a mancare e il conflitto in seno ad essa talvolta è permanente. E in alcuni casi anche chi come Noi predica la pace confligge con qualche parente, ma quel conflitto si avvicina molto e per noi solo in queti casi al motto latino:” se vis pacem , para bellum”.Ci0’ potrebbe valere se il tuo germano o parente non abbia dei seri disturbi di personalità. Se per esempio ti scontri volutamente con un parente narcisista manipolatore devi solo scappare. Sono irriducibili al colloquio , punitivi apparendo agli occhi degli amici e nella società in cui vivono come persone esemplari. Conclusione : non vis e non pacem con questi individui parenti o meno. Bisogna solo fuggire e pregare per loro..lucia manna