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Un territorio devastato dall’incuria, dall’abbandono, dal degrado, dall’inefficienza amministrativa e di una politica che non è in grado di avere una visione strategica che parta dalla salvaguardia, dalla valorizzazione della nostra terra e del nostro mare.
E così che l’area pedemontana brucia, per mano dell’uomo, o crolla per l’incuria dell’uomo.
Non è difficile ripartire pensando di doversi prendere cura della propria terra e per essa della propria gente.
Ma è fondamentale dare concretezza ai buoni propositi, che nello specifico neanche ci sono. Non ho letto o sentito nessun grido di dolore da parte di qualche politico impegnato, nessuno che abbia detto basta, che è necessario ripartire dalle cose serie a cominciare dalla messa in sicurezza dell’intera Isola, dalla definizione di un piano di forestazione serio, dalla creazione di infrastrutture tese a limitare crolli ed incendi, oltre le chiacchiere dello stesso commissariato.
Sono passati 9 mesi dall’ultimo evento catastrofico e tra poco comincerà un’altra stagione critica per i fenomeni meteorologici e l’Isola è tutt’altro che al sicuro ed il territorio tutt’altro che monitorato. L’incendio ne è una viva testimonianza.
Il resto è solo inutile propaganda e vergognosa pubblicità, compresa la storia del drone. Quell’incendio andava prevenuto, non domato!
Non è più rinviabile la costituzione di un tavolo permanente tra le istituzioni, scuola compresa, il mondo dell’associazionismo, per la costituzione del parco dell’isola d’Ischia, ma ancora di più per la implementazione di un sistema, di una rete, che provveda a rendere efficiente un serio piano di protezione civile per l’intera Isola, ed alla gestione del rischio anche con una campagna a sostegno del recupero delle aree pedemontane da mettere a regime con innovative tecniche di conduzione ed anche di vegetazione.
Dobbiamo fare tutto, tranne che stare zitti o voltarci dall’altra parte! vito iacono
Potrebbe essere un'immagine raffigurante incendio