L’attacco del Papa agli anticoncezionali .Alex Braccio
Il giorno del Ricordo; di cosa?
Michele del Deo esponente di spicco del movimento”Forio é Tua”cerca di sensibilizzare i primi cittadini dell’isola d’Ischia x la tutela dei mal tutelati campi campi da gioco
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Diverse cronologie di crolli sistemici
GLI ALISCAFI NON PARTONO E LA STUDENTESSA PERDE L’ESAME. AMAREZZA E RABBIA PER L’ENNESIMO SCHIAFFO IN FACCIA ALLA NOSTRA COMUNITA’ ED ALLE SUE ENERGIE MIGLIORI.
Russia, un plebiscito per il “dittatore” Putin. Carlo Alberto Tregua |
martedì 19 Marzo 2024
Russia, un plebiscito per il “dittatore” Putin
Affari con gli altri “dittatori”
È la solita storia dei “due pesi e due misure”. In questa fase dei rapporti fra Occidente e Russia, quest’ultima è messa all’angolo per l’indubbia colpa attribuitagli per l’invasione dell’Ucraina.
Però, gli analisti si sono ben guardati dal sottolineare che i territori ucraini ripresi con la forza da Putin erano stati territori russi, con la popolazione di lingua russa, di religione russa e di tradizione russa.
Intendiamoci, nessuna giustificazione per un atto di forza, che dimostra prepotenza; ma questo non ci esime dal vedere i fatti con sguardo chiaro, senza paraocchi.
Le informazioni che sono arrivate in queste ore relative alle elezioni che si sono svolte nell’immenso territorio della Federazione Russa dicono che vi è stata una sorta di plebiscito per quello che l’Occidente considera un “dittatore”, cioè Vladimir Putin, sottolineando che non aveva competitori, che gli/le elettori/trici sono stati/e forzati/e e che, insomma, quella russa non è democrazia, ma autocrazia.
Sarà vero o meno non tocca a noi dirlo, perché vi è una totale carenza di informazioni nell’altro verso, che bilancerebbero le prime. In assenza di informazioni di una parte, ogni giudizio andrebbe sospeso.
Anche i corrispondenti delle reti radio-televisive italiane hanno confermato che non vi sono stati disordini, che gli/le elettori/trici sono andati/e ordinatamente ai seggi, che gli/le astenuti/e, come dissenso, non sono poi stati/e tanti/e e che comunque tutti/e coloro che hanno giustamente ricordato Navalny non sembra siano stati/e disturbati/e.
Tutto ciò premesso, non possiamo evitare di sottolineare i comportamenti strabici dell’Occidente. Per esempio, nulla di tutto questo è accaduto quando vi sono state le elezioni in Turchia, che hanno confermato il presidente Recep Tayyip Erdogan, il quale non passa certo per uno che rispetta molto la democrazia. Tutt’altro.
Ricordiamo che quel Paese si trova dentro la Nato, la quale si è ben guardata dall’elevare critiche nei confronti del suo alleato. Inoltre va evidenziato che l’Unione europea paga alla Turchia ben tre miliardi l’anno per tenere chiuse le frontiere evitando le ondate migratorie.
Dobbiamo anche sottolineare che quando l’Unione europea, sconsideratamente, pose le sanzioni economiche nei confronti della Russia, il nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, disse che avrebbe sostituito il petrolio russo con quello algerino.
Vero, l’ha fatto, ma neanche in Algeria vi è la democrazia. Anche in quel Paese vi è un “dittatore”, Abdelmadjid Tebboune, e in ogni caso l’effetto di quel geniale colpo di testa è stato di triplicare il costo dell’energia passando da un dittatore all’altro.
Venendo ai nostri giorni, abbiamo assistito ad ampi reportage radio-televisivi, e letto ampie notizie sui siti, della spedizione al Cairo della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del nostro primo ministro, Giorgia Meloni, per firmare un accordo con Al Sisi, al fine di bloccare le frontiere in uscita dei/delle migranti, tutto ciò portando in omaggio al Presidente egiziano un importo non indifferente di 7,4 miliardi di euro.
Dunque, omaggi e soldi ad un altro “dittatore” che però in questo caso viene trattato da amico, contrariamente al nemico Putin.
Con questo editoriale tentiamo di fare riflettere i/le cortesi lettori/trici su un punto inequivocabile: chi fa muovere l’economia mondiale e chi fa muovere l’informazione, che ne è subordinata, è sempre il denaro.
Si usa dire che l’argent fait la guerre, ovvero che dietro tutti gli eventi bisogna chercher l’argent; solo così si possono capire i moventi delle azioni di ciascuno/a e le possibili conseguenze.
Un dato è certo: l’Ue si è castrata con le sanzioni alla Russia e ha fatto andare in recessione la cosiddetta locomotiva tedesca e non solo.
In questo quadro stona ancora la posizione dell’Unione europea nei confronti dell’Ucraina, che non ha più militari da mandare al fronte, né ha proiettili o missili, non riesce più a fare la manutenzione dei carri armati, ma ha un Presidente che continua a dire: “Vinceremo la guerra”.
Si usa dire “meglio senno che ricchezze”. Ma Zelensky non ha né l’uno né le altre.
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Affari con gli altri “dittatori”
È la solita storia dei “due pesi e due misure”. In questa fase dei rapporti fra Occidente e Russia, quest’ultima è messa all’angolo per l’indubbia colpa attribuitagli per l’invasione dell’Ucraina.
Però, gli analisti si sono ben guardati dal sottolineare che i territori ucraini ripresi con la forza da Putin erano stati territori russi, con la popolazione di lingua russa, di religione russa e di tradizione russa.
Intendiamoci, nessuna giustificazione per un atto di forza, che dimostra prepotenza; ma questo non ci esime dal vedere i fatti con sguardo chiaro, senza paraocchi.
Le informazioni che sono arrivate in queste ore relative alle elezioni che si sono svolte nell’immenso territorio della Federazione Russa dicono che vi è stata una sorta di plebiscito per quello che l’Occidente considera un “dittatore”, cioè Vladimir Putin, sottolineando che non aveva competitori, che gli/le elettori/trici sono stati/e forzati/e e che, insomma, quella russa non è democrazia, ma autocrazia.
Sarà vero o meno non tocca a noi dirlo, perché vi è una totale carenza di informazioni nell’altro verso, che bilancerebbero le prime. In assenza di informazioni di una parte, ogni giudizio andrebbe sospeso.
Anche i corrispondenti delle reti radio-televisive italiane hanno confermato che non vi sono stati disordini, che gli/le elettori/trici sono andati/e ordinatamente ai seggi, che gli/le astenuti/e, come dissenso, non sono poi stati/e tanti/e e che comunque tutti/e coloro che hanno giustamente ricordato Navalny non sembra siano stati/e disturbati/e.
Tutto ciò premesso, non possiamo evitare di sottolineare i comportamenti strabici dell’Occidente. Per esempio, nulla di tutto questo è accaduto quando vi sono state le elezioni in Turchia, che hanno confermato il presidente Recep Tayyip Erdogan, il quale non passa certo per uno che rispetta molto la democrazia. Tutt’altro.
Ricordiamo che quel Paese si trova dentro la Nato, la quale si è ben guardata dall’elevare critiche nei confronti del suo alleato. Inoltre va evidenziato che l’Unione europea paga alla Turchia ben tre miliardi l’anno per tenere chiuse le frontiere evitando le ondate migratorie.
Dobbiamo anche sottolineare che quando l’Unione europea, sconsideratamente, pose le sanzioni economiche nei confronti della Russia, il nostro ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, disse che avrebbe sostituito il petrolio russo con quello algerino.
Vero, l’ha fatto, ma neanche in Algeria vi è la democrazia. Anche in quel Paese vi è un “dittatore”, Abdelmadjid Tebboune, e in ogni caso l’effetto di quel geniale colpo di testa è stato di triplicare il costo dell’energia passando da un dittatore all’altro.
Venendo ai nostri giorni, abbiamo assistito ad ampi reportage radio-televisivi, e letto ampie notizie sui siti, della spedizione al Cairo della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e del nostro primo ministro, Giorgia Meloni, per firmare un accordo con Al Sisi, al fine di bloccare le frontiere in uscita dei/delle migranti, tutto ciò portando in omaggio al Presidente egiziano un importo non indifferente di 7,4 miliardi di euro.
Dunque, omaggi e soldi ad un altro “dittatore” che però in questo caso viene trattato da amico, contrariamente al nemico Putin.
Con questo editoriale tentiamo di fare riflettere i/le cortesi lettori/trici su un punto inequivocabile: chi fa muovere l’economia mondiale e chi fa muovere l’informazione, che ne è subordinata, è sempre il denaro.
Si usa dire che l’argent fait la guerre, ovvero che dietro tutti gli eventi bisogna chercher l’argent; solo così si possono capire i moventi delle azioni di ciascuno/a e le possibili conseguenze.
Un dato è certo: l’Ue si è castrata con le sanzioni alla Russia e ha fatto andare in recessione la cosiddetta locomotiva tedesca e non solo.
In questo quadro stona ancora la posizione dell’Unione europea nei confronti dell’Ucraina, che non ha più militari da mandare al fronte, né ha proiettili o missili, non riesce più a fare la manutenzione dei carri armati, ma ha un Presidente che continua a dire: “Vinceremo la guerra”.
Si usa dire “meglio senno che ricchezze”. Ma Zelensky non ha né l’uno né le altre.
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Michele del Deo indignato per la cittadinanza onoraria consegnata all’apertua della Colombaia di Luchino Visconto al sottosegre tarioalla giustizia italiana A.Del Mastro delle Vedove
[12:28, 15/10/2023] Michele Del Deo: Chi politicamente proviene dalle “estreme”, non importa se di sinistra o di destra, conosce bene il valore dei simboli.
Perciò, conferire la cittadinanza onoraria a un esponente di governo di FDI (il Sottosegretario alla Giustizia Del Mastro) in quella che fu la dimora di Luchino Visconti, perdipiù nel giorno di riapertura della stessa, non può essere rubricato a fatto meramente istituzionale.
Al contrario è un preciso atto politico, quasi una profanazione, e negli ambienti post-fascisti, dove il simbolico è perfino più importante che a sinistra, hanno giustamente ben presente questi aspetti (e ovviamente hanno di che rallegrarsene).
Incredibilmente non ne hanno contezza, invece, i giovani progressisti presenti in maggioranza a Forio. Ma se uno nun ‘o tene, nun ‘o tene, inutile girarci attorno
[12:34, 15/10/2023] Michele Del Deo: Forio d’Ischia.”Fuori i Fascisti da La Colombaia”, la protesta nel corso della consegna della cittadinanza onoraria al sottosegretario di Del Mastro nella storica villa che fu del partigiano Luchino Visconti – Il Sottosegretario Andrea Del Mastro Delle Vedove (Fdl), riceve le chiavi di Forio, nel corso della cerimonia… – Positano News https://www.positanonews.it/2023/10/forio-dischia-fuori-i-fascisti-da-la-colombaia-la-protesta-nel-corso-della-consegna-della-cittadinanza-onoraria-al-sottosegretario-di-del-mastro-nella-storica-villa-che-fu/3669271/?share_from=whatsappm di michele del deo
Michele del Deo,vice presidente del movimento” Forio é ” Tua” che fa capo al suo laeder Vito Iacono, consigliere comunale della terra saracena, racchiude nei Suoi articoli con le Sue doti di onestà intellettuali tutto ciò che é stata la sinistra italiana. E contestualmente denuncia una apologia del fascismo sia a livello locale-nazionale- internazionale.La cittadinanza onoraria voluta dall’attuale amministrazione Stany Verde al sottosegretario della giustizia italiana Andrea Del Mastro Delle Vedove ha suscitato ulteriore indignazione nel vice presidente Michele del Deo.Per Noi tutti consapevoli di ciò che il nazifascismo é stato rendere omaggio a un esponente del governo nella Villa del regista partigianio Luchino Visconti ha provocato come nel Del Deo la stessa indignazione.E’ sembrato opportuno inserire in questo blog www.vocidaischia.it di estendere la notizia a livello mondiale affinchè una vergogna enorme come quella perpetrata a livello locale foriano non si ripeta mai più.l.m.
LACCO AMENO, A VILLA ARBUSTO INCONTRO CON il regista ischitanoLEONARDO DI COSTANZO
Incendi dolosi:La legge 353 prevede la caccia vietata per 10 anni nelle zone boscate sopraffatte dagli incendi
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